Visite guidate teatralizzate con Teatro Mobile
03/11—08/12/2024
Torna al Parco archeologico di Ostia antica il Teatro Mobile di Marcello Cava, con tre appuntamenti, tre visite guidate teatralizzate in cuffia, di cui il primo, il 3 novembre, nell'Area archeologica dei porti di Claudio e di Traiano, e gli altri due, il 10 novembre e l'8 dicembre nell'Area archeologica di Ostia antica.
3 novembre 2024 - Area archeologica dei porti di Claudio e di Traiano - ore 12:00
ANTIGONE POSSIBILE
Con Dario Carbone, Annarita Colucci, Claudia Frisone, Raffaele Gangale, Galliano Mariani
musiche dal vivo di Felice Zaccheo
suono a cura di Paolo Franco e Gabriele Silvestri
regia di Marcello Cava

10 novembre 2024 - Area archeologica di Ostia antica - ore 12:00
MOSCHE
Da Jean Paul Sartre di Pina Catanzariti
Con Roberto Andolfi, Claudia Frisone, Annarita Colucci, Dario Carbone, Raffaele Gangale
Musiche LAMETIA
Regia di Marcello Cava
Ero venuto a reclamare il mio regno e mi avete respinto perché non ero dei vostri. Ora sono dei vostri, siamo legati dal sangue e io merito di diventare il vostro re. Le vostre colpe e i vostri rimorsi, le vostre angosce notturne, il crimine di Egisto, tutto è mio, mi prendo carico di tutto. Non temete più. I vostri morti, sono i miei morti. E guardate, le vostre fedeli mosche vi hanno abbandonato per me. Non abbiate paura, non siederò tutto sanguinante sul trono della mia vittima. Un Dio me l’ha offerto, ho detto di no. Voglio essere un re senza terra e senza sudditi. Addio, cittadini, cercate di vivere. Tutto è nuovo qui. Tutto sta per cominciare. dal testo di Pina Catanzariti
Scritto da Sartre nel 1942, è il tentativo di attualizzazione del testo tragico dell’Orestea di Eschilo fatto, durante la Seconda Guerra Mondiale, dallo scrittore e filosofo francese. Sartre scrisse quella che, di fatto, è stata la sua prima opera teatrale che ha il suo senso proprio nella Parigi occupata dai nazisti del 1945. “Il vero dramma, quello che ho voluto scrivere, è il dramma di un terrorista che, uccidendo per strada dei tedeschi, provoca l’esecuzione di cinquanta ostaggi” (da:un théatre de situations pp223) allusione evidente agli orrori dell’estate 1941, e insieme presa di posizione nel dibattito che opponeva partigiani e detrattori dei morti innocenti. Ambientando il dramma in una città, Argo, che annualmente si ritrova faccia a faccia coi propri defunti per una macabra cerimonia commemorativa, mentre le mosche assillano e tormentano gli abitanti, Sartre presentava la “malattia del pentimento”, fortemente avvertita da una Francia scossa dai sensi di colpa sotto il regime filotedesco di Vichy: “Argo è una città microfisicamente governata dal risentimento, una società in cui la morte di Dio ha prodotto il suo risultato più temibile, è stata interiorizzata. Non ci sono più valori superiori, né dèi né ideali: non servono più. Giove può starsene a lato” (P. A. Rovatti, (P. A. Rovatti, prefazione a J. P. Sartre, Le mosche – Porta chiusa, Bompiani, Milano 1991, p. I); op. cit., p. V).E’ una dichiarazione di attualità e pretesto e motivo per la riproposizione del testo oggi: proprio in questo anno pieno di guerre nel mondo ricorrono gli ottanta anni dalla Liberazione di Roma.
Evento gratuito, prenotazione obbligatoria al seguente link: https://www.teatromobile.eu/prenotazioni/tragedie-antiche-contro-la-guerra/le-mosche-da-sartre-nepi-porto-museo-10-nov.html
8 dicembre 2024 - Area archeologica dei porti di Claudio e di Traiano - ore 12
LE TROIANE
di Pina Catanzariti
con Annarita Colucci, Claudia Frisone e la partecipazione straordinaria di Evelina Meghnagi
suono a cura di Paolo Franco e Gabriele Silvestri
regia di Marcello Cava
"Le Troiane" nella versione che Jean-Paul Sartre scrisse a Roma nel 1964 (la sua ultima opera teatrale, proprio sessanta anni fa) evoca la guerra d'Algeria, ricordandoci (proprio in questi giorni) che la barbarie non ha epoca. Concepita come un adattamento del testo di Euripide e il suo ritorno ai classici greci, abbandonati dai tempi de "Le mosche". Sartre sceglie di parlare dell'attualita attraverso l'universalità della tragedia. Viene presentata in forma di frammento sia nell’occasione della presentazione dell'edizione sonora de “Le Troiane” messo in scena da Thierry Salmon con le musiche di Giovanna Marini, a Gibellina nel 1988 nell’ambito dell’evento inaugurale di “Ascolto il tuo cuore città” all’ Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi (Palazzo Mattei di Giove) sia ai Porti Imperiali di Fiumicino in una forma piu sviluppata e compiuta.
Evento gratuito, prenotazione obbligatoria al seguente link: https://www.teatromobile.eu/eventi-home/tragedie-antiche-contro-la-guerra/la-scena-invisibile-de-le-troiane-di-giovanna-marini-8-dicembre.html
8 dicembre 2024 - Area archeologica di Ostia antica - ore 15:00
BRECHT A ROMA
Elaborazione drammaturgica
di Pina Catanzariti da "Orazi e Curiazi" e "Interrogatorio di Lucullo" di Brecht.
con Roberto Andolfi, Dario Carbone, Antonella Gargano e Massimo Guarascio
violino Mira
suono Federico Bruzzaniti
regia di Marcello Cava.
Perché Brecht e Roma? Perché Brecht ha sempre avuto un rapporto molto particolare con il mondo della tradizione latina. Il suo interesse deriva, almeno in parte, da una polemica contrapposizione allo stretto rapporto che la cultura tedesca aveva sempre avuto, sul terreno specifico della drammaturgia partendo da Aristotele, con la grecità.
Ma, al di là di questo, a Brecht - e in particolare al Brecht degli anni dell'esilio - interessa avvicinarsi alla storia di Roma per operare uno smontaggio delle prospettive tramandate, costruite sui conquistatori e i trionfatori. Le figure a cui si rivolge vengono dunque rilette in un'altra prospettiva che, ad esempio, fa di Cesare (Gli affari del signor Giulio Cesare, frammento di romanzo postumo), un intrigante e un affarista, o del generale Lucullo (L'interrogatorio di Lucullo, radiodramma, 1939; La condanna di Lucullo, opera musicale, 1951) un uomo condannato da un tribunale.
E, ancora, l'attenzione di Brecht è rivolta alle narrazioni leggendarie sull'origine di Roma, dove i suoi Lehrstücke, le sue dimostrazioni in forma teatrale, insegnano - come nel caso degli Orazi e Curiazi (1933-1934) - a riflettere e a privilegiare come strategia il ragionamento a un presunto vantaggio materiale.
Roma diventa così per Brecht una sorta di modello per ragionare politicamente, socialmente e per riflettere sulla storia.