Dalla domus dei Bucrani alla Schola del Traiano: la lunga storia di un complesso edilizio Ostiense

All’interno dell’area archeologica di Ostia antica ha recentemente riaperto al pubblico la Schola del Traiano. Si tratta di uno dei complessi edilizi più interessanti per comprendere l’evoluzione della città – almeno del settore occidentale – dalla tarda età repubblicana fino alla tarda età imperiale.

La Schola del Traiano è stata oggetto di una serie di interventi di manutenzione e messa in sicurezza, nonché di bonifica dall’amianto impiegato in passato nei restauri.

Dalla Domus dei Bucrani alla Schola del Traiano

Ci troviamo nella porzione occidentale di Ostia antica, nel quartiere residenziale che si sviluppa in direzione del litorale; siamo immediatamente fuori dal perimetro del castrum di IV secolo a.C., lungo la direttrice del Decumanus Maximus in direzione di Porta Marina. A partire dall’età repubblicana, in particolare dopo l’erezione della cinta muraria nel I secolo a.C., quest’area si caratterizza per la sua vocazione residenziale e commerciale, attirando le famiglie benestanti di Ostia. Una di queste famiglie, di elevato rango sociale, è la proprietaria della raffinata Domus dei Bucrani costruita tra il 60 e il 50 a.C. seguendo lo schema architettonico tipico dell’età tardorepubblicana: ingresso (fauces) sulla via principale, atrio circondato da stanze (atrium et alae), sala da pranzo (tablinum) e cortile porticato (peristilium). La domus, che si estendeva su 750 mq, era impreziosita da pavimenti in opus signinum e mosaico. Adornavano le stanze anche stucchi e pitture, eccezionalmente conservate, che imitano lastre di marmo di varia provenienza e tipologia. Sulle pareti erano raffigurate anche cornici vegetali e floreali, scherzosi cortei di nani e un fregio con paterae e bucrani: da qui deriva il nome attribuito alla domus.

schola del traiano domus del PeristilioUno dei lati del portico della Domus del Peristilio

Verso la fine del I secolo a.C., lo scarso drenaggio del terreno di fondazione e la risalita della falda acquifera determinano la distruzione della domus e il suo interro; questi fenomeni si riscontrano in tutta la città con conseguenti rialzamenti e ricostruzioni di molti edifici ostiensi.

La domus del Peristilio

In età augustea si colloca la costruzione, nella stessa area ma a una quota più alta, di una seconda lussuosa abitazione: la domus del Peristilio, quasi identica per articolazione ed estensione alla precedente domus dei Bucrani.

Di questa ricca abitazione si conserva una parte del peristilio costituito da un portico colonnato che circondava un giardino, finemente rivestito con mosaici e affreschi.

La nuova residenza sembra essere appartenuta ai Fabii, ricca e influente famiglia ostiense di età augustea che ne fu proprietaria per più di due secoli. La fortuita scoperta dell’identità del padrone di casa si deve a una delle condutture idrauliche, che riporta il nome del console C. Fabius Agrippinus, vissuto nel II secolo d.C.

La fortuna politica della famiglia dei Fabii mutò sorte repentinamente: l’ultimo esponente noto appoggiò infatti la fazione avversa all’imperatore Elagabalo nei primi anni del III secolo d.C.; fu pertanto da questi fatto assassinare e le sue proprietà, tra cui la domus, furono confiscate.

schola del traiano mosaiciLa Sala della Schola del Traiano pavimentata a mosaico

Un nuovo aspetto per nuove funzioni

Il complesso edilizio, divenuto ormai di proprietà imperiale, cambia in questo periodo radicalmente aspetto e funzione: sui resti della ricca abitazione si costruisce un imponente edificio con ampio ingresso a esedra direttamente sul Decumano, dietro il quale si sviluppa un vestibolo con nicchie laterali, una delle quali ospita una statua loricata dell’imperatore Traiano: è il rinvenimento di questa statua, avvenuto nel 1938, a dare il nome all’intero complesso. Il corpo principale dell’edificio è un ampio cortile colonnato con una vasca centrale. Il complesso si estende su 2800 mq: al suo interno dovevano avere sede importanti funzioni, a oggi però ignote, che si riflettevano nell’imponenza della sua costruzione.  L’interpretazione come Schola (sede di corporazione) non trova ancora alternative valide, sebbene non sussistano elementi sufficienti a identificarne la specificità.

Durante il IV secolo, sul lato meridionale, si realizzano una sala conviviale e altri ambienti di rappresentanza decorati con lastre marmoree alle pareti, mosaici a tessere bianche e nere con ricchi repertori figurativi e pavimenti in opus sectile ovvero a tarsie marmoree.

Nel V secolo inizia l’abbandono del complesso la cui riscoperta è avvenuta nel corso dei lavori per l’Esposizione Universale del 1942,  tra il 1938 e il 1939, durante i quali fu scavata buona parte della Schola e della Domus del Peristilio: entrambe furono restaurate e parzialmente ricostruite.

Scavi e ricerche condotte negli ultimi anni, in particolare dall’Università di Liegi, hanno consentito di ricostruire la storia dell’intero isolato.

 

A cura di Giusy Castelli

schola del traiano cortileL'ampio cortile della Schola del Traiano