Giornata Nazionale del Paesaggio al Parco archeologico di Ostia antica
14/03/2021
ARCHITETTURA DEL VERDE A OSTIA ANTICA
La sistemazione del verde "storica" ad opera degli architetti Michele Busiri Vici e Raffaele De Vico e la vegetazione spontanea: alla scoperta del paesaggio di Ostia antica
In occasione della Giornata Nazionale del Paesaggio, promossa dal Ministero della cultura per domenica 14 marzo 2021, il Parco Archeologico di Ostia antica partecipa con un approfondimento dedicato all'Architettura del verde nell'area archeologica di Ostia antica. Un percorso che inizia già alla fine del XIX secolo e che si sviluppa in parallelo con le attività di scavo e di ritrovamento dell'antica città ostiense durante la prima metà del secolo scorso, per giungere sino ai nostri giorni.
La sistemazione paesaggistica di Ostia antica
I primi scavi di Ostia Antica ebbero inizio già nella seconda metà dell’Ottocento sotto il pontificato di Pio IX, ma veri e propri interventi sistematici si susseguirono per tutta la prima metà del Novecento con il culmine negli anni 1938-42 in vista dell'Esposizione Universale del 1942 (che non avrà mai luogo a causa della Guerra).
La principale parte dei lavori venne effettuata sotto la direzione di Italo Gismondi e Guido Calza; quest’ultimo non solo inserì Ostia antica nel programma delle opere per l’Esposizione Universale di Roma del 1942, ma propose una nuova sistemazione del verde all'interno della zona archeologica che via via veniva in luce.
Il progetto venne redatto dall’architetto Michele Busiri Vici, venendo poi realizzato soltanto in parte dallo stesso, e in seguito portato a compimento dall'architetto Raffaele De Vico. I lavori iniziarono nel 1941 ma subirono un periodo di arresto per carenza di fondi nel 1943.
I punti salienti di questo progetto di vera e propria "architettura del verde" erano costituiti dall'impiego di grandi alberature, delle specie suggerite dalle vedute della campagna romana, diffuse tra il XVI e il XVIII secolo. Le specie scelte sono quelle che possiamo vedere ancora oggi: lungo la strada carrabile d’accesso agli scavi, perpendicolare e prospiciente al castello di Giulio II, furono piantumati il platano - Platanus orientalis e il pino - Pinus pinea; lungo il Decumano ritroviamo Pinus pinea e il cipresso - Cupressus sempervirens, mentre vicino agli antichi edifici e lungo le strade secondarie, le alberature scelte presentano specie di grandezza minore, come l'alloro - Laurus nobilis e l'albero di Giuda - Cercis siliquastrum. Infine, all'interno e vicino alle principali Domus, vennero impiantate essenze arbustive come il viburno - Viburnum tinus, l'oleandro - Nerium oleander e il melograno - Punica granatum.
Con l'avvento del secondo conflitto mondiale, la sistemazione del verde è stata costretta ad arrestarsi bruscamente e in alcune aree periferiche dell'area archeologica lo stato di abbandono si è protratto fino ad anni relativamente recenti, causando l’estendersi di alcune zone inselvatichite. Questa condizione si è però rivelata un elemento fondamentale per la sopravvivenza di importanti testimonianze della flora spontanea dell'areale mediterraneo.
La flora spontanea a Ostia antica: uno scrigno di biodiversità
L'ambiente naturale originario della zona di Ostia era costituito da stagni e paludi circondati da boschi igrofili (tipico cioè delle aree fluviali), che erano presenti fino agli interventi di bonifica del secolo scorso. Attualmente, lungo le rive del Tevere, costeggiando l’area degli antichi Navalia e i Magazzini Traianei, ad eccezione dell'area nella quale la vegetazione è stata distrutta dalle opere portuali, si sviluppa una vegetazione igrofila a pioppo bianco (Populus alba), pioppo nero (Populus nigra) salice bianco (Salix alba) e più raramente ontano nero (Alnus glutinosa); il sottobosco è costituito prevalentemente da rovi e canne. Queste ultime costituiscono ancora un’importante valenza per la tutela della biodiversità, essendo una delle matrici vegetali dell’area e costituendo una zona di ricovero per la fauna fluviale.
Nell’area prospiciente al Tevere, ma non a contatto con le sue acque, e quindi più asciutta, sono presenti importanti esempi di vegetazione subigrofila, costituita da alloro (Laurus nobilis) e fico selvatico (Ficus carica), nonché arbusti di lentisco (Pistacia lentisco) e fillirea (Phillirea angustifolia), piante presenti in questa porzione di territorio fin dall’antichità. Si tratta delle specie vegetali che, proprio per la loro presenza in aree non ancora bonificate, più spesso, insieme alle edere, entrano in conflitto con i manufatti antichi tanto da essere considerate infestanti.
(a cura del Servizio Gestione e Manutenzione Verde)