Il cd. Macellum: evoluzione di un isolato al centro della città.
Grazie a un intervento di restauro, previsto dalla manutenzione programmata del Parco archeologico di Ostia antica, riapre al pubblico il monumento noto come Macellum, in Regio IV.
L'intervento al cd. Macellum, previsto nel calendario della manutenzione programmata Ales, si è svolto nei mesi di giugno e luglio ed è stato mirato alla messa in sicurezza del piano pavimentale, le cui lastre di rivestimento in marmo erano in gran parte distaccate e dislocate a causa della spinta delle radici degli alberi vicini, che si sono insinuate tra le lastre e il massetto. Per questo motivo l'area era stata interdetta alle visite da qualche anno.
L'intervento ha previsto la rimozione di tutte le lastre e della loro preparazione e la rimozione di terra, radici e depositi; in seguito si è realizzato un nuovo massetto e si sono riposizionate le lastre, lavorando su piccole porzioni di volta in volta per poter rispettare il posizionamento delle stesse.
Si è trattato di un "restauro del restauro" poiché il rivestimento pavimentale è quasi del tutto riconducibile ai restauri di Calza (pochissimi lacerti sono originali), che scava l'isolato del cd. Macellum nel 1938 e poco dopo lo restaura in previsione dell'E42; come il pavimento, tutto il complesso è molto restaurato e parzialmente ricostruito.
In seguito, negli anni Sessanta, sono attestati nuovi restauri delle murature, ancora ben visibili.
Il rivestimento in marmo di questo ambiente, di riuso, insieme alla realizzazione della vasca centrale, sono riferibili a una delle ultime fasi di vita dell'isolato.
Il complesso edilizio sorge al centro della città, immediatamente fuori dalla cinta muraria repubblicana, in un importante punto di snodo tra il Decumano Massimo e la cd. Via del Pomerio che conduce al settore meridionale dell’abitato.
L’intero isolato è stato scavato e restaurato da Guido Calza e Italo Gismondi in occasione dell’Esposizione Universale prevista, ma mai realizzata, nel 1942. Nell’area si sono poi effettuati saggi con lo scopo di comprendere meglio l’evoluzione del paesaggio urbano precedente: i primi tra il 1949 e il 1953, eseguiti dall’allora Soprintendenza, e successivamente tra il 1997 e 2001 a cura dell’Università di Augsburg.
In età repubblicana quest’area si caratterizzava per la sua vocazione residenziale e commerciale: i saggi al di sotto delle strutture visibili, infatti, hanno messo in luce muri databili a partire dal III secolo a.C. di incerta funzione, che lasciano il posto, in età augustea, a edifici residenziali e a tabernae orientate lungo gli assi stradali.
In età imperiale si assiste a una radicale trasformazione dell’isolato, che si definisce nella forma che manterrà, seppur con qualche modifica interna, nel corso dei secoli e che ancora oggi possiamo riconoscere. I lati Nord e Est, lungo le direttrici principali, sono delimitati da un portico parzialmente sopraelevato che definisce l’isolato. L’edificio al suo interno prevedeva ambienti commerciali e di servizio e almeno un secondo piano.
Un lungo corridoio, mosaicato, collegava il Decumano all’area meridionale definita come uno spazio scoperto quadrangolare, inizialmente aperto a Est su Via del Pomerio. Lungo il lato Ovest di questo ambiente è visibile un podio, al di sotto del quale si sviluppano ambienti produttivi o di servizio di incerta funzione, il cui colonnato è frutto delle integrazioni di restauro degli anni ’40.
Nel corso dei decenni le tabernae sono state trasformate nella loro distribuzione interna, aprendo varchi o tamponando passaggi per favorire il rinnovamento degli ambienti e probabilmente modificare le diverse destinazioni d’uso.
In una fase tarda il piano di calpestio delle tabernae è stato rialzato, il portico è stato chiuso e al suo interno si sono inserite le ben note Tabernae dei pescivendoli; inoltre gli accessi all’ambiente quadrangolare, che ora è ripavimentato con lastre di marmo di riuso e fornito di una vasca centrale e di una canaletta di scolo in marmo, sono ridotti in modo da creare uno spazio chiuso.
L’identificazione del complesso come Macellum è scaturita da un’iscrizione graffita sul fusto di una delle colonne rinvenute nelle vicinanze, poi riutilizzata nel podio. Tuttavia, sulla scorta dei più recenti studi, sembra corretto rivalutare la funzione della struttura, perlomeno nella sua fase tarda, quando le decorazioni in marmo e la planimetria non consentono di interpretarlo come un mercato. Nondimeno, non si può escludere una funzione commerciale durante le sue fasi precedenti, strettamente correlata alle tabernae, come una sorta di centro polifunzionale di incontro e scambio di merci.
(a cura di Giusy Castelli)