Vediamoci a Ostia antica online - 'Dall'Orbe all'Urbe. Le vie marittime del marmo nel mondo romano'

22/04/2020

La conferenza a cura di Mariarosaria Barbera e Roberto Petriaggi è disponibile in modalità online su questa pagina a partire dalle ore 16.30 di mercoledì 22 aprile

 

Le cave lungo i bordi del Mediterraneo e del Nilo, i trasporti navali, le grandi macchine lignee, un esercito di artigiani per sagomare le fogge e consegnare tonnellate di marmo destinate alle élite romane o persino alla corte imperiale. Barche da 350 tonnellate raggiungevano la foce del Tevere, il porto di Ostia antica, per risalire il corso del fiume e depositare i blocchi all'Emporium di Testaccio. Il racconto dettagliato della globalizzazione ante-litteram, degli uomini e dell'organizzazione che rendevano possibile scegliere colonne monolitiche di granito in Alto Egitto e trasferirle Roma, dove ancora le vediamo sostenere il portico del Pantheon.

Narra Svetonio che Augusto si vantò di aver trovato una Roma in mattoni e di averla trasformata in una città di marmi sfarzosi. Dal porto marittimo di Roma, da Ostia Antica, passarono migliaia di tonnellate di pavonazzetto, porfido rosso, verde serpentino, giallo antico e bianco, così utile per rivestire pareti o imitare l'incarnato nelle sculture antropomorfe. La quantità di marmo passato per Ostia antica contribuisce ancora per una dozzina di secoli dal declino di Roma ai fabbisogni del continente europeo: dal clero a Carlo Magno, tutti i potenti prelevano marmi da Roma per abbellire Saint Denis a Parigi, il Duomo e il camposanto di Pisa, la Cappella Palatina di Aquisgrana, il battistero di Firenze e un'infinità di altri monumenti sparsi sul continente, persino l'abbazia di Montecassino ancora ne utilizzava per i lavori effettuati tra l'XI e il XII secolo.

Gli archeologi, a partire dai segni scolpiti sui marmi grezzi, hanno ricostruito la mappa del marmo dell'intero bacino mediterraneo fino al cuore della penisola anatolica, la Turchia di oggi, cave, porti di partenza, rotte, destinazioni. Ne viene fuori un racconto pirotecnico con percorsi navali impensabili, accompagnati dalle variegate figure coinvolte. Dalle squadre di cavatori a quello che oggi sarebbe un Ministro, il Procurator marmorum, che dalla sua sede posta sotto l'Aventino coordinava decine di sedi territoriali ai bordi dell'impero, una rete di Procuratores Lapicidinarum; dagli scalpellini che sulle banchine dei porti sagomavano i semi-lavorati, ingegnoso precursore del servizio chiavi-in-mano, agli abili battellieri che concorrevano all'appalto del trasporto con le maggiori o minori garanzie offerte dalle loro imbarcazioni, la più grande finora ritrovata riusciva a trasportare 357 tonnellate di blocchi e lastre.

Quanti si collegheranno online con il sito del Parco archeologico di Ostia Antica potranno godere della capacità evocativa di due studiosi, capaci come pochi altri di trasmettere passione ed entusiasmo anche dal collegamento virtuale: Mariarosaria Barbera e Roberto Petriaggi offriranno le immagini e il racconto dei grandi relitti, alcuni visitabili sott'acqua, conservati dal Mediterraneo, le ricostruzioni delle attività di cava e di carico nei porti di provenienza, su tutti quelli egiziani, greci e anatolici, gli usi disparati nella società romana dei marmi colorati: per accrescere il prestigio delle classi dominanti o per rivestire le abitazioni, e le ambizioni, della borghesia emergente.

 

L'introduzione del Direttore Mariarosaria Barbera:

 

L'intervento di Roberto Petriaggi:

Conferenza 22 aprile 2020