Convegno Internazionale "Urbs in transitum"
Urbs in transitum. Innovazione e tradizione tra Roma e Ostia nel III secolo
Convegno internazionale – Roma, Ostia antica – 4-5-6-7 ottobre 2023
Istituto Storico Austriaco – Academia Belgica – Parco archeologico di Ostia antica
Urbs in transitum vuole essere l’avvio di un percorso volto a costituire un’ampia e inclusiva comunità di studiosi del mondo antico attorno al secolo che funge da cerniera tra l’epoca di massimo sviluppo dell’Impero romano ed i successivi esiti di epoca tardo antica.
L'epoca della dinastia dei Severi segnò la fine delle famiglie dinastiche regnanti a Roma e fu marcata da numerosi disordini, anticipando già cambiamenti fondamentali e drastiche trasformazioni. Il III secolo, sintetizzato – in formule – quale il secolo della «crisi», degli «imperatori soldati», dell’«anarchia militare», l’«età dell’angoscia» è caratterizzato da profondi mutamenti e trasformazioni di carattere economico, sociale, spirituale e culturale. Secolo che vede nei suoi primi decenni, sotto l’impero dell’ultima dinastia stabile prima dell’avvento dei Costantinidi, l’allargamento della cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero e il progressivo emergere del protagonismo delle province, con spinte centrifughe che porteranno nella seconda metà del III secolo alla perdita di intere macro aree quali le Gallie, la Britannia e le provincie orientali (Siria, Palestina, Egitto, Mesopotamia) nonché al progressivo indebolimento della centralità di Roma e dell’Italia, sancita dalla riforma amministrativa dioclezianea.
Altro fattore caratterizzante il III secolo è l’allargamento dello sforzo bellico di fronte all’emergere di nuove minacce esterne, da una parte la pressione delle popolazioni barbariche lungo il limes danubiano e renano e a Oriente l’affermarsi della dinastia Sassanide capace di riunire in una nuova compagine di carattere nazionale l’eredità dell’Impero Achemenide. In questo quadro assumeranno un peso determinante per la difesa dell’esistenza stessa dell’Impero romano proprio quelle province di frontiera come l’Illirico che si verranno a trovare in prima linea.
In questo secolo di profondi cambiamenti, di violenti scontri e di persecuzioni religiose, Roma è ancora un grande laboratorio dove si incontrano e si scontrano nuove comunità religiose e nuove tendenze filosofiche, nel confronto permanente con la grande tradizione greco-romana tramandata dall’Impero romano.
Questo contesto politico, sociale e culturale ha avuto importanti influenze anche sul modo di concepire gli spazi architettonici e decorativi, dove non si riscontrano crisi o impoverimenti bensì trasformazioni e innovazioni di carattere sia tecnico che stilistico e formale. Ciò è particolarmente vero per quel che riguarda l’architettura al servizio dell’autorappresentazione della figura imperiale, la cui monumentalità cresce in modo inversamente proporzionale alla solidità del potere, così come il gusto degli arredi decorativi parietali e pavimentali, dove gli artigiani devono adattarsi alle esigenze di una società sempre più varia ma sempre più desiderosa di emulare al meglio i ceti più alti della società, ingegnandosi a trovare forme alternative di lusso in un mondo dove le materie prime e talvolta le conoscenze tecniche iniziano a scarseggiare.
Lo stesso vale per la decorazione scultorea di piazze ed edifici pubblici e di lussuosi edifici residenziali nel III secolo d.C. Nella ricerca sulla scultura, è ben noto il fenomeno della longevità delle sculture, che per un lungo periodo di tempo sono state lasciate nel loro ambiente originale o spostate da un luogo di installazione e riutilizzate in altri contesti.
Le riparazioni e i restauri di sculture antiche suggeriscono che la decorazione scultorea era trattata con cura e con l’obiettivo di preservarla. Tracciare la diversità del materiale scultoreo sotto i vari aspetti per un lungo periodo di tempo, ad esempio, dall’acquisizione, alla tradizione della proprietà familiare, così come del mercato dell’arte, o dello smaltimento in fornaci da calce, o del reimpiego, richiede intensi studi contestuali del materiale scultoreo.
La città di Ostia con il suo complesso portuale a nord del Tevere – appendice costiera e proiezione sul mare della città di Roma – costituisce un osservatorio privilegiato d’eccezionale ricchezza e complessità per studiare e capire questo periodo di grandi trasformazioni.
Alla luce di una costante crescita di interesse per il III secolo e di un ampliamento delle conoscenze archeologiche per questo periodo nelle città di Roma, Ostia e Porto, si svolge tra Roma e Ostia nei giorni 4, 5, 6 e 7 ottobre 2023 un convegno articolato in cinque sezioni tematiche.
La prima è dedicata al tema dell’interconnessione tra la città e i porti (sezione 1).
Altre tre sezioni saranno dirette all’approfondimento di tematiche specifiche di carattere topografico-urbanistico (sezione 2), architettonico (sezione 3) e decorativo (sezione 4), mentre l’ultima (sezione 5) sarà dedicata alle produzioni e ai commerci.
La sezione 2 è riservata allo studio degli aspetti topografici e trasformazioni degli spazi urbani con particolare riferimento all’emergere di nuovi quartieri e di nuovi poli nelle aree suburbane della città.
La sezione 3, intitolata «costruire, riciclare e trasformare», appare strettamente connessa con la precedente tematica ed è finalizzata alla contestualizzazione di un fenomeno caratteristico delle società antiche, quale il reimpiego ed il ricorso a spolia che assume caratteri cogenti e congiunturali nel corso del III secolo d.C.
La quarta sarà dedicata all’approfondimento di aspetti artistici e decorativi di carattere scultoreo e pittorico, sia da un punto di vista tecnico che estetico.
La quinta sezione sarà infine focalizzata sulla cultura materiale, intesa principalmente come documento sulle dinamiche di produzione e circolazione di diverse classi di manufatti.
È inoltre prevista una sezione poster dedicata alle tematiche oggetto del convegno, con particolare riferimento ai rapporti di Ostia e Portus con Roma. A tal fine si rimanda alla Call for Posters.
Questo il programma del convegno: programma del convegno